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LA PAURA NEI BAMBINI 0 – 3 ANNI

La paura è un emozione primaria che si vive con la stessa intensità che può lasciare la gioia ma porta nel sistema celebrare del bambino delle sensazioni spiacevoli che non ha gli strumenti per gestirla.

La paura, come la tristezza e la noia sono vissute in modo negativo dagli adulti di riferimento della nostra società contemporanea. Non abbiamo più la voglia di poter stare nel “non fare nulla” perché abbiamo legato questo ad un senso di “non essere” se non si “produce” e questo mette prima gli adulti e poi i bambini in una corsa ansiogena del produrre risultati. Quando tardano questi risultati ecco arrivare la paura di non riuscire, di non essere abbastanza. I genitori che vivono queste emozioni umane le trasmettono ai bambini che portano a specchio la situazione.

Cosa fare? Come agire?

Un passo alla volta: prendere consapevolezza della situazione e desiderare concretamente che questa si voglia cambiarla e trasformarla.

Le paure dei bambini si manifestano in modi diversi in base all’età che i nostri piccoli protagonisti hanno e per questo esiste oltre che sempre un modo soggettivo per ogni famiglia in base alle risorse e agli strumenti per viverli, c’è anche la possibilità di individuarle all’intero della fascia d’età. Per esempio le paure dei bambini sotto ai tre anni sono tipiche come: la paura dello sconosciuto, la paura dell’abbandono, la paura degli animali domestici o medici. Avanzando oltre i tre anni le paure cambiano.

Fammi sapere nei commenti se desideri che approfondisca il tema delle emozioni della paura oltre i tre anni.

La paura è un emozione storicamente importante che abbiamo nel nostro cervello primitivo per poter salvarci dalle situazioni difficili e permetterci di stare in allerta per questo oggi questa allerta non corrisponde sempre a una fuga fisica e quindi nel malessere sfocia in paure croniche, fobie e in alcuni casi depressione. Da sempre la paura che trasversalmente accompagna l’Uomo è l’ignoto, la morte.

Ma come rendere la paura gestibile? Con obiettivi misurabili.

Il bambino per vedere che riesce a vincere le sue paure , vivendo quindi una personale auto – efficacia , ha bisogno di tempo è infatti un percorso graduale e che parte dall’esempio empatico e resiliente del genitore e di ogni figura adulta, a lui o lei, di riferimento.

Per cogliere anche cosa non bisogna fare nel momento in cui un bambino o una bambina ha il coraggio di testimoniare una paura è quella di non deriderlo, di non lasciarlo solo, di non improvvisare, di non ridere. Quando conosci adulti che fanno tutte queste cose abbi comunque compassione perché spesso sono stati a loro volta bambini non visti nei loro bisogni spesso emotivi. Perciò quando un adulto ride è perché in realtà è a disagio e cerca di esorcizzare così una paura che ha primo.

Quando non sappiamo cosa rispondere alle paure dei nostri bambini siate pacatamente onesti: riferite che anche voi a volte temete di non poterci essere sempre, di non avere magari tutti le risorse che il mondo sembra chiederci, che per prima abbiamo paura di deludere. Questo sicuramente non per ricevere risposte perché i bambini non hanno questa responsabilità ma possono sentirsi coinvolti e al contempo crescendo si sviluppa un dialogo reale che non è solo nei giorni positivi e splendidi ma proprio nei giorni faticosi che poter dire le proprie paure e le emozioni e sensazioni che contornano diventano una risorsa di crescita.

C’è una strada possibile quindi ed è quella di costruire una cassetta degli attrezzi per poter sapere come agire e non significa aprire una scatola o avere una bacchetta magica per le situazioni complicate ma acquisire una forma mentis, un mindset, un atteggiamento mentale che ti aiuta concretamente.

Scrivimi per conoscere il mio percorso che ti porta ad ottenere tutto questo: [email protected] OGGETTO: INFO PROGRAMMA FIORITURA GENITORIALE.

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