Come gestire i capricci nella fascia 0-3 anni?
Tra le domande che ricevo le più frequenti sono:
“Come posso gestire meglio i capricci di mio figlio/a?”,
“Non so proprio cosa fare quando urla così disperata/o”,
“Sento salire il panico e non so come calmare la situazione”.
KEEP CALM! ED ASCOLTA LA BETTA
Molti genitori prestano molta cura all’educazione dei figli, badando che sia su misura e attenta ai reali bisogni dei bambini di oggi. Nonostante questo, accade comunque che la prima reazione a questi momenti difficili sia dura, secca, stizzita, persino nervosa. Questo accade perché si spera che così facendo le reazioni dei bambini si blocchino subito e si arrivi alla quiete in modo rapido e immediato in modo da disfarci di quel senso di disagio, soprattutto se siamo in pubblico e temiamo il giudizio di altre mamme o genitori.
Tutto questo però va a scapito della nostra relazione con il bambino.La prima cosa che voglio dirti è che l’educazione consapevole richiede presenza, calma, interesse e anche un grande sforzo per uscire dai meccanismi della pedagogia tradizionale.
La prima cosa che voglio dirti è che l’educazione consapevole richiede presenza, calma, interesse e anche un grande sforzo per uscire dai meccanismi della pedagogia tradizionale.
La seconda è che dobbiamo essere consapevoli che anche quando siamo all’interno di un percorso di miglioramento può capitare di adottare comportamenti non consoni (sberle e sculacciate, per esempio), nel qual caso è importante essere pazienti con sé stesse, prima di ogni ulteriore progresso.
Il motivo per cui le punizioni fisiche non aiutano è che portano con sé un senso di colpa profondo. Nessun risultato evidente viene raggiunto, se non timori e dubbi instillati nel tuo bambino.
I bambini sono spugne, ci copiano, quindi il percorso di autoeducazione parte da una domanda principale: che persona desidero essere agli occhi del mio bambino? Che esempio voglio essere per la persona che diventerà?
Sono domande difficili e scomode che hanno bisogno di tempo, calma, e profondo desiderio di miglioramento e cambiamento.
Miglioramento che partendo da noi, ricadrà a cascata sia sul partner che sui figli.
Con l’autoeducazione andiamo a potenziare strumenti quali pazienza e capacità d’ascolto, e attraverso una maggiore consapevolezza di noi stessi e dei nostri limiti saremo più resilienti. Ne conseguono quindi più possibilità di trovare soluzioni e strategie vincenti nel dialogo con i nostri bambini.
So che sembra difficile perché senti la fatica di fare tutto questo da sola. Ti voglio però spiegare che in realtà non sei sola: attraverso un percorso di consulenze mirate assieme a me costruiremo un percorso adatto a te per trovare questi strumenti e arricchire la tua cassetta degli attrezzi per gestire anche le situazioni più complicate.
… Continua a leggere per scoprire come aiutare il tuo bambino nei momenti di difficoltà emotiva!
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Prima di risolvere un capriccio dobbiamo renderci conto che anche da adulti abbiamo un grande lavoro emotivo da fare, e per i nostri figli cogliere questo non è certo semplice!
I pianti dei bambini hanno la forza di muovere paure antiche dentro di noi. Un’educazione costante di sé stessi è fondamentale per comprendere quanto i capricci siano bisogni.
I bambini dai 0 ai 3 anni, non avendo ancora sviluppato tutte le aree del cervello adibite alla gestione equilibrata delle emozioni, non possono compiere lo stesso lavoro che spetta a noi genitori, ovvero:
• AUTOEDUCAZIONE
• PAZIENZA
• RESILIENZA
Loro desiderano tutto e subito non perché siano viziati ma perché imparare a vivere l’attesa o la negazione sono processi che maturano lentamente. Dopo queste premesse, prova ad accompagnare questi momenti così:
- Comprendi il bisogno che c’è alla base della sua reazione (fame, sonno, stanchezza, rabbia, frustrazione, ect).
- Ripeti con calma quello che vuoi fargli capire, usando parole semplici e chiare.
- Abbassati alla sua altezza e guardalo/a sempre negli occhi prendendo delicatamente le sue manine e sorridendo.
- Ripeti una frase come mantra interiore: POSSO FARCELA.
Sposta i pensieri giudicanti che compaiono nella tua mente. Tu sei il suo unico punto di riferimento. Non conosce ancora i suoi confini. Aiutalo!
Usa queste:
• “Lo so (nome), questa cosa ora non possiamo prenderla.”
• “Capisco che sei delusa però ora dobbiamo andare.”
• “Vedo che per te è difficile, lo è stato anche per me.”
Spero che questo articolo di possa essere stato utile e se hai bisogno scrivimi in privato.
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Educatrice Dott.ssa Elisabetta Bettonte