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I BAMBINI DIGITALI NON ESISTONO

Negli ultimi anni abbiamo letto più volte la parola “nativi digitali” o “ bambini touch” ma sono entrambe terminologie che hanno fatto audience aumentando i click sulle varie piattaforme. Il vero bambino rimane (per quanto confermato dalle neuroscienze un continuo sviluppo rispetto ai bambini di cento anni fa) ancora l’essere umano studiato da Maria Montessori.

Può essere quindi confermata l’ipotesi di come l’evoluzione tecnologica abbia portato a un forte miglioramento ed ad una spinta autentica alle nuove generazioni, ma per quello che concerne il bambino piccolo, dai zero ai sei anni, vanno ad essere confermate ad oggi le teorie sui periodi sensitivi del bambino ideate da Montessori.

La pedagogista, prima donna medico in Italia, sosteneva che la mano fosse l’organo di senso con cui i bambini imparano ed ampliano le competenze e soddisfano i loro bisogni fisici ed emotivi. È attraverso quindi la manualità che tutte le risorse dei bambini prendono forma: giocare con la terra, fare travasi, colorare sono tutte esperienze sensoriali che aumentano le informazioni ai neurotrasmettitori. Una grande opportunità è anche la noia che rimane la possibilità primaria di una maturazione individuale di nuove idee e creatività, oltre ad essere un tempo lento e vuoto in cui il bambino trovando il proprio equilibrio porterà con sé l’esperienza di poter vivere la solitudine non con angoscia ma sempre come dono.

I bambini non sono competenti nell’uso degli strumenti digitali ma apprendono la competenza. Questo denota come le capacità di apprendimento siano innate nel bambino ed in base a cosa viene offerto il bambino acquisisce o meno una o più abilità. Questo ci fa subito cogliere come la responsabilità sia in mano a noi adulti di riferimento che scegliamo cosa offrire al bambino.

Certo, un dispositivo multimediale è risolutivo e immediato per molte situazioni complesse (vestirsi, fare il bagnetto, mangiare a tavola) rispetto all’investimento di tempo e impegno che concerne un’educazione attenta e consapevole.

Un tempo come facevano ad avere però regole e rispetto di esse senza utilizzare punizioni o dispositivi multimediali? Come iniziare in casa a diminuire i dispositivi multimediali ed il tempo ad essi riferiti? Ti lascio questi tre spunti:

  • Coinvolgere il bambino: creare delle regole condivise, usare un timer, dialogare e non stancarsi di comunicare, educare ad un autoregolazione che non porta quindi alla privazione del mezzo ma di un utilizzo consapevole. Il primo esempio siete voi perciò è bene anche iniziare un proprio processo di autoeducazione.
  • Accompagnamento: rimanere presenti durante il tempo in cui il bambino guarda i cartoni. Questo ti aiuta a cogliere in modo significativo cosa guarda ed ad interrogarti in modo più consapevole su cosa guardo. Ti potrai quindi sentire anche più forte nella scelta di eliminare nel tempo  queste esperienze che non portano alcun significato e peggiorano l’umore e il comportamento del tuo bambino, per sostituirle con esperienze di una bellezza più autentica.
  • Alternanza: ciò che conta è sempre la misura e la qualità. Poter migliorare le competenze digitali fa cogliere come si possa trasformare questo tempo con attività più ludiche e su misura dei bambini piccoli. Fa cogliere inoltre come un cartone non è il problema e la riflessione va fatta sempre sul significato e sulla durata.

Non scoraggiarti. Essere mamma lavoratrice a volte è profondamente stancante e la scelta dello smartphone può portare ad un miglioramento istantaneo che alla lunga non soddisfa il tuo vero bisogno. I bambini avranno sempre più necessità di un tempo lungo davanti al cellulare e alla TV e può diventarne dipendente. Più cresce più la misura si allarga e le regole si allontanano.

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